La stanza di Devid e Alexander

Alzò delicatamente la copertura in legno che copriva i tasti, ora aveva deciso. Andava bene così, dunque avrebbe suonato quella melodia. Scorse con la mano i tasti del pianoforte, ancora incerta, per l'ultima volta, se provare o meno, appena prima di cominciare a suonare.
Una melodia sconosciuta, dolce ma decisa, tranquilla e delicata, caace di arrivare dritta al cuore. Ben presto, anche la vocina di Rose s'innalzò ad accompagnare quelle note, eppure era sicura di non ricordare quelle parole.
Le aveva inventate lei, ricordava, le aveva scritte di persona, seduta nella serra delle rose della mamma, eppure, di tempo ne era passato. Ed ora, esse erano tornate per lei.

Devid chiuse egli occhi mentre si poggiava su una sola mano, piegando la testa di lato e poggiava l’altra sul bracciolo, guardava Rose in quel momento la trovava bellissima, in effetti era sempre carina, ma in quel momento sembrava risplendere di luce propria.
Con gli occhi chiusi assaporò le parole, erano dolci come la melodia suonata dalla ragazza, gli piaceva quella melodia, ma lo intristiva anche lievemente, si chiese perché ma poi una lacrima gli scese su una guancia.
Era davvero brava a suonare, dopo forse gliel’avrebbe detto pensò mentre si asciugava il volto.

Continuò a suonare per un arco di tempo piuttosto lunghino, chissà da quanto tempo era lì seduta a suonare, cantando quella triste melodia.
Però... qualcosa non andava. Si fermò all'improvviso, stonando una nota e alzando di scatto le mani dai tasti, il suo canto si spense assieme a quel gesto.
"Io... non la ricordo più."
Perchè le parole le si erano fermate in gola in quel momento? Perchè non riusciva a ricordare il seguito? E per quanto si sforzasse, non riusciva a far si che tutto le tornasse a mente. Erano forse quelli i suoi limiti?
"La mia canzone.. io non la ricordo più..."
Tristemente, abbassò lo sguardo, posandosi le mani sulle ginocchia.

Devid, si risvegliò con la fine della musica, si era praticamente commosso ad ascoltarla e gli dispiaceva che la ragazza so fosse fermata, ma capiva che i sentimenti e le paure che si affrontavano per una trasformazione in demoni, poteva farli sentire bloccati e spaventati, stava esaminando la cosa.
Le si avvicinò e sfiorò un attimo i suoi capelli e la rosa bianca, prima di mettersi a farle il solletico, glielo fece per alcuni istanti poi torno serio, afferrandola da sotto le spalle per farla alzare.
Per poi girarla e fare in modo che lo guardasse (insomma la rigira come gli pare XD)

“Basta stare giù, sei stata bravissima, non devi pretendere troppo da te stessa, santo cielo! Siamo appena resuscitati, col tempo ci ricorderemo tutto e anche se il tuo di tempo, vorrà farti degli scherzi ci sarò io ad aiutarti”

Disse sorridendole luminoso, sperava si tirasse su, lui capiva come si sentiva ci passava continuamente ma non dovevano arrendersi così, forse un giorno le avrebbe raccontato la sua storia, ma non ora.

“Dai su, andiamo in gelateria a prenderci il the! Ormai sono quasi le cinque e ho sentito dei ragazzi a mensa che dicevano che il gelato di quel posto è buonissimo, certo gelato e the non è il massimo”

Disse facendo una smorfia

“Ma ci tirerà su e se poi se né avrai ancora voglia torneremo a suonare, non bisogna pensare troppo alle cose brutte siamo appena rinati, dobbiamo cercare di stare bene”

Cominciò a ridere, lei soffriva terribilmente il solletico... e smise solamente quando il ragazzo la rigirò, trovandosi però davanti, non una ragazzina allegra e ridente, ma un'esserino imbronciato, che lo fissava con lo sguardo alquanto truce.
"Gelato e thé... ma si può sapere che pensate ti vengono?"
Alzò un sopracciglio, puntando i piedini a terra come se fosse totalmente contraria all'idea dela ragazzo... e, improvvisamente, sorrise.
"Va bene. Forse sarà meglio non pensare a ciò che non riesco a fare. Magari è soltanto un altro scherzo di cattivo gusto del tempo.."

“Vedi che siamo d’accordo almeno su questo! Per me sai suonare eccome comunque”

Disse Devid sorridendo, mentre andava a recuperare il suo mantello, fuori doveva fare molto freddo quel giorno nonostante ci fosse il sole, così si chiese se Rose fosse abbastanza coperta.

“Forse è il caso di andare a prendere anche la tua giacca”

Lanciò uno sguardo all'esterno, fuori dalla finestra.
"Direi proprio di si. Per quanto riguarda il saper suonare, ti devo ringraziare per il sostegno"
Rimise a posto lo sgabello, riabbassando la copertura in legno, a nascondere i tasti del piano, avvicinandosi al ragazzo e cercando di ricordare dove poteva aver messo la sua giacca, quando era entrata nella sua stanza... nell'armadio? O sull'attaccapanni nel salottino?
La preoccupazione non er apoi tanta, un simile abito sarebbe stato ritrovato subito, in fondo.

Devid, aveva difficoltà a legarsi il mantello intorno al collo, non l’aveva mai fatto da solo, ma era troppo orgoglioso per chiedere aiuto a Rose.

“L’ho messo nell’armadio, ora te lo prendo”

Disse, mentre imprecava internamente col laccetto.

Posò la schiena contro il muro, spostando gli occhi per la stanza, osservandola nei minimi particolari. Era solo la seconda volta che vi entrava, ma stranamente le pareva molto più accogliente della volta prima. Spostò lo sguardo lungo i muri, fino a lasciarlo nuovamente ricadere su Devid.
"Hai per caso bisogno di una mano per allacciare il mantello?"
Gli sorrise, staccandosi dal muro, si vedeva chiaramente che aveva qualche difficoltà nell'allacciarlo.

“Hem…no grazie Rose, faccio subito”

Disse lievemente imbarazzato Devid, mentre il laccetto dispettoso si attorcigliava malefico in torno alle sue mani, la prossima volta giacca si disse, assolutamente.
Si sentiva un incapace, quindi voltò le spalle alla ragazza non voleva lo vedesse così impedito, insomma aveva pur sempre della dignità da mantenere.

"D'accordo. Come vuoi..."
Sospirò, tornando a poggiare la schiena contro il freddo intonaco del muor, mentre il suo sguardo, stavolta, prese a spaziare sulle finestre, cercando di capire che vista si potesse scorgere da là. E forse, anche per non mettere troppo a disagio il povero Devid... era in difficoltà, si, ma non amava essere più di tanto insistente.

Devid, dopo ancora un paio di tentativi, rinunciò all’impresa, avrebbe tenuto il mantello slegato sperando che gli restasse sulle spalle e che il vento non lo facesse volare, a metà del terzo tentativo era riuscito a creare una specie di nodo ma era troppo brutto, insomma un minimo di eleganza doveva mantenerla.
Così si avvicinò all’armadio facendo attenzione a non muovere troppo il mantello e afferrando la giacca di Rose, si voltò verso di lei per andarle dietro la schiena e aiutarla a indossarla.

“Ecco tieni”

Disse sollevandola in modo che la ragazza, potesse metterci le braccia.

Sorrise, infilando le esili braccia nelle maniche del cappottino nero, che tra tutti quelli che teneva era il suo preferito, sistemandoselo indosso e cominciando ad allacciare i bottoni d'argento sul davanti, non prima di aver tirato fuori i capelli troppo lunghi dall'indumento, in modo che non le dessero fastidio.
"Sai, pare che fra non moltò inizierà a piovere..."
Lanciò un'ultima occhiata fuori dalla finestra, rigirandosi il parasole tra le mani. Se lo sarebbe portato dietro naturalmente ma sperava che non si bagnasse. O si sarebbe abbastanza rovinato...
Beh, pazienza.

“Potresti avere ragione Rose”

Disse Devid tranquillo mentre si avviava a prendere un ombrello e inesorabilmente, il mantello iniziava a scendergli dalle spalle, optò per uno nero con righe blu, il suo preferito.

“Spero comunque che non sia così, non amo la pioggia”

Discostò gli occhi dalla finestra, voltandosi a sorridere al ragazzo e avvicinandosi alla porta della stanza, infilandosi un paio di guantini in velluto nero che aveva precedentemente tirato fuori da una delle tasche dela cappottino.
"Sarà meglio affrettarsi, allora. Forse potremo riuscire ad arrivare a destinazione prima che piova, non credi?"
Terminò di allacciare i nastri dei guanti e aprì di un poco la porta, aspettando Devid.