Colazione serale?

"Oh si, io amo i fiori. Nella mia vita passata, ricordo che mia madre ne teneva una serra intera. Era davvero enorme... il suo fiore preferito erano appunto le rose, e da lì è stato scelto il mio nome. Un nome delicato come i petali del suo fiore tanto amato, diceva."
Riportò lo sguardo alla vetrata, fissando il vuoto davanti a sé, persa quasi totalmente nei ricordi. I ricordi della sua infanzia, quando andava sempre a giocare con le bambole in quella serra, distendendo un tappetino a terra, in mezzo alle rose, per lei era l'ambiente migliore per l'ora del thé. Di quando parlava con quei fiori, e di quanto piangeva quando, in inverno, questi appassivano, perdendo i loro bellissimi petali e il loro profumo.
"Sono sempre stati anche i miei fiori preferiti."

“Ma bene”

Disse Devid mentre, allungava una mano sul tavolo e sfiorava l’orecchio di Rose, per poi far uscire dalla manica una rosa bianca.

“Un piccolo trucco da mago”

Disse sorridendo, suo nonno in effetti gli aveva insegnato delle cose proprio strane pensò, prima di andarsene era un gran burlone e aveva cercato di far entrare anche lui nella spirale.
Poi avvicinò la rosa alla ragazza per offrirgliela.

“La accetteresti? Anche se di solito si donano rosse io trovo più adatta a te questa bianca”

Fissò, un pò sorpresa, ciò che aveva appena fatto il ragazzo. Di certo non si aspettava un gesto simile, e tantomeno, che quella rosa davanti ai suoi occhi fosse proprio del suo colore preferito.
"Io... beh... grazie."
Non sapeva che dire, era da tanto tempo che non vedeva una rosa di quel colore. Forse per il semplice fatto che il tempo a sua disposizione, lo passasse sempre attorno a quell'orologio, forse perché negli ultimi tempi si era completamente scordata di curare il suo ego interiore. E la sua vita si era ridotta ad un continuo tormento, un continuo dovere, dove la ragazza non aveva un attimo di tempo libero per sé stessa. O quasi.
"Le rose bianche... sono quelle che amo di più."
Osservò per qualche tempo i petali del fiore tra le sue mani. Ora che ci pensava, nella serra dove sua madre teneva le rose, poteva chiaramente ricordare che queste ultime erano tutte, o quasi di colore bianco.
"La conserverò con cura"

Devid sorrise mentre si alzava con eleganza e andava a scostare la sedia da dietro Rose per aiutarla ad alzarsi.

“Allora Rose, hai voglia di passare da me a suonare?”

Disse con gentilezza, sperando che la ragazza accettasse, doveva ammettere che non aveva voglia di stare da solo e che in oltre, la compagnia della ragazza non lo rendeva altro che contento.

Sistemò la candida rosa tra i boccoli dei capelli, poco sopra l'orecchio, e fissandola con una forcina perchè non cadesse.
"Molto volentieri. Anche se è da un pò di tempo che non tocco un pianoforte"
Si alzò, prendendo il parasole che aveva appeso allo schienale della sedia e appendendolo al braccio, mentre fissava pensierosa il muro della mensa, chissà se era ancora in grado di suonare bene.
Beh, di lì a poco l'avrebbe scoperto lei stessa. E la cosa la preoccupava, in parte, ma dall'altra, aveva nuovamente voglia di cominciare a suonare, e ciò era più forte di lei.

Devid sorrise e la guardò prendere il suo parasole, gli piaceva molto quell’oggetto anche se era convinto che sotto la pioggia si sarebbe rivelato assai inutile,
Porse il braccio a Rose per andare, mentre si soffermava a guardare la rosa bianca che la ragazza aveva legato nei capelli, si proprio un bel colore pensò, adesso gli occhi della ragazza avevano cambiato ancora colore e il commento uscì tranquillo dalle labbra del demone.

“Avete degli occhi tremendamente affascinanti Rose, ditemi cambiano colore col tempo o col vostro umore?”

"I miei occhi? Da quando sono diventata un demone sono così. Cambiano colore a seconda del mio umore, si. All'inizio ne sono rimasta sorpresa anche io, ma ora non ci faccio quasi più caso"
Chissà di che colore erano diventati adesso. In fondo non aveva ancora imparato a distinguere le tonalità di colore che i suoi occhi prendevano a loro piacimento.
"Se siano legati o meno al tempo, beh, a questo non so rispondere nemmeno io. Piuttosto, dal momento che non ho uno specchietto a portata di mano, sapresti dirmi di che colore sono perfavore?"
Quando si era alzata, quella mattina, erano celesti. Possibile che avessero già cambiato colore?

Devid allungò una mano e spostò una ciocca di capelli biondi dal viso di Rose, per poi guardarli attentamente, gli occhi adesso non erano più celesti ma di un particoare color viola simile all’ametista, lui trovava che le stesse molto bene.
Il demone le sorrise prima di parlare

“Adesso hanno lo stesso colore dell’ametista, un viola carico ma delicato”

"Il colore dell'ametista... ultimamente i miei occhi prendono spesso questa tonalità di colore, a quanto mi dicono in giro. Ciò dovrebb'essere un buon segno..."
Era contenta che i suoi occhi avessero mantenuto quel colore. Quando le sue iridi si coloravano di viola, significava che Rose era piuttosto, tranquilla, forse anche felice. E ciò era piuttosto raro. Un demone del tempo, solitamente, non aveva alcuna possibilità di essere tranquillo.
"Dovrei considerarmi piuttosto fortunata allora."
Toccò nuovamente la rosa che teneva fra i capelli, mentre gli occhi prendevano una tonalità di viola più deciso, mentre muoveva qualche passo verso l'uscita della mensa.
"Andiamo?"
Si rivolse al ragazzo, fermandosi.

Devid sorrise a sentire quelle parole dalla ragazza, questo voleva dire che non la infastidiva la sua presenza, le si avvicinò subito, offrendole il braccio per avviarsi.

“Questo vuol dire che la mia compagnia non vi infastidisce Rose, sono contento di saperlo”

Mentre faceva pochi passi, si ricordò del piano sperava che fosse accordato, in effetti non l’avevano provato prima.

"Non mi infatidisci affatto, e spero che non ti sia nemmeno lontanamente passato per la mente di pensare il contrario"
Alzò il viso di scatto, con un'espressione scocciata, tanto simile ad un broncio.
"Se devo ammerlo, negli ultimi due anni, ovvero da quando è iniziata la mia seconda vita, non ho mai incontrato persone tanto gentili quanto te"
Gli strattòno di poco il braccio, come a voler confermare ciò che aveva appena detto, riabbassando gli occhi e facendo sparire quello strano broncio infantile dal delicato visetto.

Devid sorrise arrossendo in maniera evidente, non era abituato a complimenti del genere, lui si comportava sempre, normalmente con gentilezza era qualcosa di intrinseco in lui che non aveva bisogno di sforzare.
Si sentì tirare lievemente il braccio e ridacchio un secondo imbarazzato

“Vi ringrazio Rose, nessuno mi aveva mai detto qualcosa del genere”

Poi il demone notò che la mensa si stava svuotando dovevano proprio andare se volevano un po’ di pace, poi forse era una sua impressiona ma per un attimo gli occhi della ragazza avevano cambiato colore.

“Su dai andiamo”

Disse ancora, rosso in viso.

Osservò il ragazzo, così vistosamente arrossito.
"Scusami.. forse ho davvero parlato troppo"
Probabile che l'avesse messo a disagio? In tal caso, beh, di certo non era sua intenzione. Distolse lo sguardo dal suo viso, portandolo stavolta sul portone della mensa, guardandolo come incantata poco prima di cominciare ad avviarsi.
"Eh, si, sarà meglio andare allora"
Devid aveva visto bene, il colore degli occhi di Rose era cambiato, anche se di poco..

Devid sorrise all’altra mentre riprendeva il suo colorito normale

“Sono stato molto felice delle vostre parole Rose, grazie sinceramente”

Disse guardandola mentre andava ad aprirle la porta per farla passare, il demone era felice di aver trovato qualcuno come Rose nella scuola, non sapeva spiegarselo ma gli piaceva la vicinanza della ragazza.

Varcò il portone che il ragazzo le teneva, gentilmente, aperto, per poi voltarsi ad aspettarlo.
"Di nulla, ho parlato in tutta sincerità"
Abbassò gli occhi sulle proprie scarpette di vernice, lievemente imbarazzata. Da quanto tempo qualcuno non la ringraziava? Troppo, forse. Fece un piccolo e ben comprensibile cenno della testa, per poi voltarsi e avviarsi lungo il corridoio.