Mirabell |
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| Il ragazzino si era poggiato con la schiena al muro e fissava davanti a se assorto, a essere sincero non gli piaceva molto il ragazzino che si era sfracellato il ginocchio, ma non si poteva mica infierire su un malato o dire a un medico di non toccarlo, quindi restava li fermo ad aspettare. Un paio di ragazzi gli passarono davanti per oltrepassare il corridoio, lanciandogli anche occhiate ben poco caste e apprezzamenti sulla maschera, ma Nathaniel li ignorò, al momento non era di ottimo umore e voleva pensare ad altro, adesso che la foga degli avvenimenti si era un po’ calmata i ricordi lo affliggevano e Raphael…certo non era colpa sua ma, lo emozionava, non come se fosse innamorato ma più che altro lo attirava fisicamente con la sua vicinanza. Dopotutto era stato stuzzicato assai da Blood, anche se non era arrivato fino in fondo e lui si sentiva ancora vuoto, sentendosi in più imbecille come una ragazzina nel provare ammirazione per l’uomo che lo aveva curato e accolto, neanche fosse stato un angelo venuto in suo soccorso ma…prima o poi l’aspetto riverenziale gli sarebbe passato ne era sicuro e così sarebbe di nuovo stato ingoiato dai suoi pensieri e da parte del suo odio. L’unica cosa di cui poteva dirsi orgoglioso era il fatto di non essersi unito al male, insomma era un demone ma almeno aveva mantenuto la sua integrità, non concedendosi a nessuno e senza aver logorato se stesso, adesso il suo viso lo vedeva quasi come un riscatto un punto di forza e non lo faceva vergognare, era un segno di cui essere orgogliosi lui era sopravvissuto a tutto lo schifo che gli si era riversato addosso ed era così che voleva vivere, fiero di essere se stesso.
“O mio bel cielo tu che mi assisti, dove mi porterai…”
Sussurrò a fior di labbra mentre piano scivolava lungo il muro, finendo così seduto a terra a gambe piegate, intanto che gli occhi smeraldini si lasciavano chiudere dalle palpebre e le lunghe ciglia gli sfioravano il viso facendolo cadere in un dolce dormiveglia.
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