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| I ragazzi non potevano permettersi il lusso di perdere nemmeno un istante di tempo e l'apparizione di quello spettro di elfa femmina con in braccio un bambino piangente non li aiutava di certo. Già le banshee volavano per tutto l'atrio emettendo le loro urla assordanti capaci di infondere il gelo nei viventi. Esse facevano brillare in una mano una daga di ghiaccio, pronta per lacerare le loro teneri carni. Gli scheletri guerrieri stavano invece rapidamente scendendo la scalinata armati di letali spade, recando con loro il tanfo della putrefazione e della morte. Il loro comandante invece dove si trovava? Era già troppo tardi... perchè egli emerse a sorpresa dalle ombre delle porte di ingresso, aveva usato difatti una qualche forma di teletrasporto sfruttando le tenebre di cui era signore. Aveva il dito già elvato in avanti carico di energia negativa, avanzava con passo rapido e funesto in direzione del duo e la sua voce carvenosa proruppe in un grido di vittoria. Sapeva di averli in pugno fintanto che erano all'interno delle rovine in cui era confinato. Non potevano sperare di scappargli da nessuna parte. Tuttavia, la figura spettrale della elfa imprecante in maledizioni, lo colse impreparato e lo lasciò per un istante disorientato.
Cavaliere della rosa nera: Isolde...
Non c'era tempo da perdere a domandarsi cosa stasse succedendo. O sfruttavano questa ghiotta occasione o mai più sarebbero usciti vivi. Perfino le banshee sembravano interessate al fantasma loro compagna in vita, prendendo ad intonare nuovamente un canto lugubre che narrava di tradimento e di promesse infrante. I guerrieri scheletrici si limitarono a disporsi in fila con le armi levate in pugno in gesto di attesa.
Nils e Saryka poterono attraversare la figura incorporea dell'elfa senza procurarsi il minimo danno, solo un intenso gelo avrebbe avvolto per un istante le loro membra e la loro mente. La sorte gli era amica e l'uscita vicina. Non appena varcata, sarebbero stati al sicuro, perchè all'esterno nessuno dei non-morti poteva più inseguirli.
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