Angel devil gdr home [anime~manga~yaoi~yuri~hentai~tutorial~contest]

Il tiranno e l'agnello

« Older   Newer »
  Share  
Mirabell
view post Posted on 20/1/2011, 23:27




Il capitano delle guardie reali, gentile, fiero e allo stesso tempo estremamente pericoloso, accettò l'invito di uno dei suoi futuri sovrani e si sedette dove gli era stato indicato.
Aveva ascoltato con estrema attenzione ogni sua parola, mentre i suoi occhi grigi e taglienti come lame non avevano mancato di seguirlo in ogni movimento, senza perderlo mai di vista da quando era entrato nella stanza, non aveva nulla contro Vivienne lo trovava un uomo pacato, garbato, un essere decisamente etereo.
Capiva come mai Azazel l'avesse voluto con se, nonostante non fosse effettivamente il suo tipo, a lui piacevano focosi e disubbidienti, da addomesticare come cuccioli, anche se non aveva mai trovato l'essere adatto a lui fino ad allora.

“Posso capire i vostri timori seppur in minima parte vostra altezza, ed anche la vostra riluttanza nell'accettare di essere stato portato qui contro la vostra volontà, in questo regno così imperfetto ai vostri occhi”

La sua voce era calma e rilassata, Demon era un uomo che non si scomponeva praticamente mai, a volte i servi parlando tra di loro, e dicevano che doveva avere come antenati degli esseri magici e calmi come gli ambrosiani, ma ovviamente nessuno sapeva nulla, neanche lo stesso Azazel a cui non era mai interessato da quando aveva preso il giovane con se da una strada, alla tenera età di sei anni.

“Però se posso permettermi l'ardire, dalle parole di Alphard I è trapelato, ripeto parola per parola, che eravate rinchiuso come un topo, senza la possibilità di mettere neanche il naso fuori dalla vostra gabbia, potevate solamente respirare ciò che il mondo vi offriva senza poterne avere alcun sollievo...Adesso io non so quanto le sue parole siano vere, ma una cosa vorrei chiedervela”

Le sue parole a quel punto diventarono più curiose, interessate, cosa che prima non erano, mentre i suoi occhi che avevano mantenuto fino ad allora un glaciale distacco, presero per un attimo una tonalità sul grigio perla, mentre accavallava le gambe, passando una mano sulla magnifica spada legata al fianco, non come minaccia ma solamente per abitudine, prima di sorridere impercettibilmente verso il re buono, di un sorriso che non era gentile, era un sorriso affettato con una punta di divertimento che però non era scortese.

“Vi rendete conto di essere più libero ora di quanto lo siate mai stato e capite che da domani, avrete la possibilità di conquistarvi una libertà in cui non avete mai neanche potuto, sperare?”



Le parole di Rose erano convincenti e perfette, ma non convinsero i due uomini nella stanza con lui, Azazel infatti si adombrò un istante, anche se la reazione fu impercettibile perfino per Gale, Rose non gli mentiva mai, cosa o chi poteva averlo spinto a tanto cominciò a chiedersi.
Ma nello stesso momento in cui pensò di chiedere qualcosa a Rose si zittì, non era il caso di umiliare suo figlio davanti a Gale con domande a cui probabilmente non avrebbe saputo rispondere sul momento, Rose era dolce e intelligente ma se fosse stato preso in contropiede da lui che lo amava, sarebbe rimasto sguarnito e debole di fronte a suo zio, un essere di cui perfino lui non poteva evitare di portare rispetto.

“Sembra una favola per la buona notte, tipo quella della sfera d'oro...non trovate mio tiranno, insomma un uomo così in gamba da penetrare le mura del nostro castello...in gradi di evitare guardie, allarmi e viverne, penetrando nella stanza dell'uomo che voi, mio cugino avete scelto come vostro compagno senza farsi neanche vedere...come se fosse un ombra...”

La voce di Gale come al solito era bellissima, più bassa delle altre, terribilmente suadente in ogni suono che produceva, gli regalava una perenne aria di mistero che era amplificata da ciò che Gale era e da quello che faceva.

“Vuoi farmi credere che un uomo del genere verrebbe braccato in uno squallido bordello, da un solo altro ladro, così codardo da fuggire alla vista di un cadavere senza rubare nulla...ma con chi credi di avere a...”

Le sua parole vennero interrotte da Azazel che fece un gesto con la mano rivolto al cugino, voleva troppo bene a suo figlio, perché lasciasse che Gale cominciasse a prendersi gioco di lui e per quanto Rose avesse ribattuto sapeva che sarebbe stato sempre surclassato, perché il suo bambino era l'unica parte buona di quel regno marcio di cui lui e Gale erano i veri signori.

“Gale...”

La sua voce era calma e roca, ma terribilmente autoritaria, se avesse chiamato nella stessa maniera qualcun altro questi si sarebbe messo a tremare cominciando a invocare il perdono, ma non l'altro uomo dai malefici occhi bicolore che gli sorrise di rimando come se nulla fosse.

“Gale...Rose non mi ha mai mentito, non avrebbe senso che iniziasse ora non credi...”

Furono poche e nette parole che avevano un unico significato, lascia gestire a me la situazione, non ha senso che ti avvicini a mio figlio una preda fin troppo facile per te
Al che l'occhio del diavolo come veniva solitamente chiamato, a causa del suo occhio d'oro maligno e potente in contrasto con l'altro verde smeraldo, sbuffò in una lieve risata.

“Come desideri Azazel”

Disse infatti senza usare l'appellativo più corto che gli era noto dall'infanzia avviandosi verso un muro, fermandosi poi un solo istante, proprio mentre il tiranno stava per tranquillizzarsi un po' nel vederlo andare via senza rivolgersi ancora a Rose.

“Ah, a proposito nipote, visto che devo dare credito alle vostre parole, gradirei trovare nella mia torre il corpo di quell'uomo così intraprendente e così terribilmente...sfortunato o fortunato chissà...”

Parlò quindi e le sue labbra si piegarono in una smorfia, magnifiche prendendo per un istante una forma quasi a cuore sarcastica sopra ogni dire, prima che Gale lo stratega, sparisse inghiottito dal muro dove fino a un momento prima sembrava volesse andare a sbattere.
A quel punto Azazel si volse verso il figlio, con uno sguardo che non lasciava nulla al caso, mentre si passava una mano tra i lunghissimi capelli argentati, prima di parlare con una certa franchezza.

“Per il fatto che ti rispetto e che da domani ti costringerò ad avere una nuova madre Rose, lascerò correre per questa volta...adesso lasciami solo”

Solitamente non avrebbe reagito così, l'avrebbe tenuto li con se, per rassicurarlo, ma era un po' provato dalla giornata, era da molto che non desiderava qualcuno, tanto più senza desiderarne la morte seguente l'amplesso, quindi voleva riflettere e vedere che Rose così retto e sincero a suo dire, aveva mentito per la prima volta a lui non lo rese orgoglioso, come invece accadde a suo padre quando lui lo fece da piccolo...tutti gli orrori di quel regno potevano cambiare tanto le convinzioni di un uomo? Azazel si augurava di no...



Le parole di quel cane del castello di quel regno maledetto, erano come ringhi che volevano ferirlo e spaventarlo, ma non capiva che così facendo, faceva solo capire ad Hardir che lui abbaiava ma non mordeva.
Era evidente l'astio e l'invidia che provava verso di lui, ma Hardir non si sarebbe mai fatto intimidire da un essere del genere, lui era un visconte, nobile fino all'ultima goccia di sangue e quel ragazzino era solo un servetto da letto che aveva paura di perdere il suo posto nella stanza della sua padrona.
Certo ad Hardir sarebbe piaciuto pensarla del tutto così, ma in verità era stupito anche nel vedere che quel ragazzo lo guardava con astio e disprezzo, era abituato ad essere guardato così, il giovane comandante percepiva sempre gli sguardi di quella natura, quanto ignorava quelli di ammirazione che gli venivano rivolti.
Si sentì umiliato dalle manette e ancora di più dalla corda che lo innervosì, ma fu ben lieto di non avere il collare che l'altro giovane aveva al collo e che sfoggiava con tanto orgoglio, camminando a testa alta tra guardie e i servitori che lo guardavano.
Lo seguì quasi distrattamente, osservando invece ogni pietra e ogni centimetro del castello, per ricordarsi la strada, il percorso da seguire, contando le guardie e i passi che lo speravano dalla grande porta davanti alla quale si fermarono.
Era grande, maestosa, decorata con magnifici intarsi, due draghi che per un attimo gli ricordarono i suoi uomini, la cavalleria del dragone bianco, rafforzando in lui un sentimento di onore e orgoglio per quanto cercò di nasconderlo, come gli occhi fiammeggianti che avrebbero voluto tramortire il suo aguzzino che gli diceva che non sarebbe stato altro che una puttana...sempre se gli fosse andata bene.
L'idea lo disgustò, al punto che volto la testa infastidito, notando però così uno sguardo inconfondibile da parte di un'altra guardia, un uomo uguale a quello del bagno, era proprio finito in un luogo assurdo, sperava solo di non esserne contagiato.
Si chiedeva se la sua nobiltà e il suo animo sarebbero spariti tra quelle mura, come la sensazione di inadeguatezza che l'aveva accompagnato per tutta la vita, cosa sarebbe successo...non lo sapeva, ma sapeva che per il suo re avrebbe fatto questo ed altro, arrivando fino al gradino più basso dell'esistenza umana...sarebbe tornato a essere uno schiavo...
 
Top
150 replies since 6/12/2009, 20:55   811 views
  Share