Così invitante, così ingenuo e inesperto, c'era qualcosa di veramente unico in quel ragazzo dai capelli color nocciola e dagli occhi di brace, un qualcosa che perfino un esperto osservatore come lui non era riuscito a notare.
Sentiva il suo corpo come pregarlo, mentre le sue parole cercavano invano di allontanarlo da se, quello che era partito come un gioco adesso stava intrigando anche la veela, che si sentiva come spinta a giocare ancora con quel meraviglioso corpo sotto di se.
Per un istante i suoi capelli si allungarono ancora e negli occhi scuri come le tenebre del padrone della dark room si creò un lievissimo, quasi impercettibile alone dorato.
Ma la cosa durò solo un attimo, Darcy si riprese quasi subito, cominciando ad ascoltare il cuore del tritone che batteva incessante contro la sua mano che sembrava desiderosa di entrargli nel costato, per potergli accarezzare il cuore e gli altri organi, il maggiore dei Lionel la tolse con delicatezza, mentre portava le sue stesse dita sul sesso dell'altro, facendogli così sentire la sua presenza, lasciando che il calore delle sue mani andasse a unirsi con quello del giovane.
Darcy Lionel iniziava a trovare davvero sconcertante quel ragazzo così sensuale, sapeva per certo che quelli della sua razza sopportavano benissimo il potere veela ed era sicuro al 100% che avrebbe resistito a Jillian, ma allora perché, per quale assurda ragione, sembrava così smanioso tra le sue braccia?
In lontananza ormai si cominciava a vedere la dimora dei Lionel, un luogo nascosto agli sguardi dei curiosi, posto vicinissimo al mare, un luogo quasi incantato e meraviglioso a vedersi, ma nel quale viveva uno strano essere, pari a una bestia, ma completamente impossibile da comprendere.
“Siamo quasi arrivati a casa, lasciati andare”
Sussurrò quindi all'indirizzo del moro, depositandogli un unico e casto bacio sul collo, leggero come il battito d'ali di una farfalla, mentre stringendo il sesso di Evelyn, Darcy gli stuzzicava la punta, concentrandosi sulla piccola apertura presente in cima ad esso.
Casa Lionel era più simile a un castello che a una dimora normale, posta sul mare, rappresentava un gioiello raro.
Era più piccola delle altre dimore della famiglia Lionel, la cui maggior parte era composta da antichi castelli, dalle magnifiche torri e dalle antiche pietre, era un luogo magico, posto su un mare sempre caldo e in movimento.
Con grandi giardini e immensi balconi, dai quali il padrone di casa osservava la luna spesso e volentieri.
Per chi conosceva Darcy quel luogo sembrava spoglio ma per lui era unico, non vi portava mai nessun amante e coloro che vivevano in quella villa, erano gli unici di cui un minimo si fidava incluso suo figlio, che non si era mai permesso di dire nulla su quel luogo, anche perché a discapito delle apparenze lo gradiva molto.
Strinse quindi inconsciamente il nuovo arrivato, stranito all'idea di aver deciso di portarselo a casa, quando in verità la sua stanza era stata preparata in una della altre ville non troppo distante da li.
“Se mio figlio è tornato dalla festa lo incontrerai”
Sospirò quindi, girandosi a guardarlo per gustarsi quella miriade di espressioni sul suo volto.
“Pensavo di aver speso un quarto del tuo valore, ma in verità ho speso molto ma molto di meno...”
Disse quindi tra se, muovendo la mano con esperienza, perché Evelyne provasse un piacere fortissimo, più che concentrarsi sul farlo venire, poichè in quel momento Darcy ci aveva preso gusto, anche se avendolo già considerato un inserviente, per meglio dire una tata, probabilmente non lo avrebbe più toccato così.