Faremo scintille..

William felice come una pasqua, portò Lestat a mensa, il ragazzo aveva fame e Will per non are sciocchezze, aveva pensato fosse più conveniente portarlo a mangiare, non voleva che il ragazzo poi scoprisse di aver fatto un grande errore, ancora prima di averlo commesso.

Aprì la porta della mansa, e ancora con le mani incrociate con quelle del ragazzo entrò e si andarono a sedere, in un tavolo rosso e ora, il Natale era alle porte.

-Eccoci qui.. - disse sorridendo imbarazzato.

Si mise a sedere davanti al biondino. Rispose al sorriso con tranquillità.
-già. Cosa vuoi mangiare?-
Chiese, guardando prima lui e poi la piccola sala. Nella mensa non c'era nessuno oltre a loro...a quanto pareva dovevano servirsi da soli

Will guardò tutto quello che c'era da mangiare, su un grandissimo tavolo rotondo, in mezzo alla grande sala. C'erano davvero molti cibi, di tutto e di più, dai pasti italiani, a quelli giapponesi e cinesi...

Si andò a servire prendendo degli spaghetti al ragu e degli involtini primavera.

-Wow... chiussà se finirò tutto.. - disse imbarazzato nella scelta.

Lestat prese anche lui qualcosa da mangiare....una bistecca e dell'nsalata come contorno. Anche un bel bicchiere di vino rosso...
-Al massimo puoi lasciare ^__^-
Si rimise a sedere...

Will cominciò a mangaiure un po' quello che aveva preso e mentre guardava di sottecchi il suo amico, rideva mentalmente. Era davvero simpatico e carino, forse non molto perspicace.. ma dolce. -Mhm.. cwe mh duichi du te? - chiese con il boccone gigante (che mi dici di te).

Poi mentre ingoiò tutto ribadì la frase. -Che mi dici di te Lastat... -

Il vampiro mangiava con tranquillità, sorseggiando di tanto in tanto il buon vino rosso...mangiava con eleganza ed educazione. A sentire la domanda dell'amico alzò un sopracciglio, per fargli capire di non parlare con la bocca piena.
-di me? cosa vorresti sapere di preciso?.-
GLi chiese, con un sorriso gentile, poggiando un attimo le posate sul tavolo.

Will notò la sua eleganza, nel mangiare, nel parlare, nel comportarsi... quel ragazzo doveva aver fatto il galateo oppure era così dalla nascita. Cercò di imitalo non sembrando più un coatto sbragato sulla sedia.

-Si perdonami... è che.. volevo dirtelo prima.. - disse sogghignando. -Vorrei sapere perchè sei qui in questa scuola... così.. per conoscerti.. - disse sorridendo non malizioso, ma chi non conosce la malizia puù benissimo pensarlo.

Lestat ci pensò su...come rispondere?
-sono quì per migliorare le mie tecniche e raffinarle e per dimenticare il passato.-
Rispose infine, mangiando un boccone della sua bistecca. Era al sangue...adorava il sangue. Si trattenne dall'andare in estasi per quel sapore così buono. Ingoiò silenziosamente. Pulendosi le labbra con un tovagliolo.
-Dopo aver compreso la mia nuova natura...ho deciso di andarmene dalla città in cui vivevo, per non rivedere una persona a me cara.-
Aggiunse poi, ripensando alla bellezza di Parigi, e a quanto gli era costato abbandonare Gabriel.

Will guardò tutti i suoi movimenti, li osservò molto bene, come gustava la carne, come muoveva le labbra, come le puliva dal sangue dell'animale e l'espressione in cui esponeva la sua vicenda. William in fine annuì appoggiando la testa alla spalla. Parigi.. chissà come doveva essere...

-Ma la tua realtà quale sarebbe scusa? - chiese curioso.

Lo sguardo tornò dalla bistecca al ragazzino biondo...era perplesso da quella domanda, in realtà, non aveva capito cosa voleva dire.
-prego?.-
Chiese, incitandolo a ripetere la domanda. I suoi pensieri si erano interrotti, si concentrò sulla loro conversazione.

Deglutì un po' di acqua che si teneva in bocca prima..
Non aveva capito bene la sua domanda, anche se a lui sembrava chiarissima, riformulò.

-Quale sarebbe la tua realtà?, tu prima hai detto hai deciso di andartene dopo aver compreso la tua nuova natura, quale sarebbe questa natura..? - chiese sorridendo affabile.

-ah, ora capisco.-
Anniì comprendendo cosa voleva dire....sorrise con imbarazzo guardandolo. Non lo rivelava a tutti, ma a lui poteva, in fondo, avevano avuto dei momenti intimi prima.
-Beh....io sono un vampiro.-
Confessò infine. Nei suoi occhi si poteva leggere la curiosità. Era curioso della reazione che poteva avere l'altro...

Strinse un po' le braccia al petto, aveva cominciato a sentirsi molto solo in quella stanza, più di quanto lo fosse stato prima, sentiva come del vento che gli passava tra le orecchie, e provava freddo, mentre nella mensa non c'era freddo affatto. Lo osservò con le sopraccieglia alzate enon sepando cosa dire guardò da un altra parte, non poteva credere che fosse un vampiro, beh, se esistevano gli ancgeli ed i demoni, perchè non i vampiri?
BAH, misteri della vita, comunque non era uqell che lo "spaventava", stava cominciando a pensare a come sarebbe stata scomoda la sua "relazione" se mai ci sarebbe stata in futuro, con un vampiro, bisognoso di sangue. Purtroppo, quando vedeva il sangue, William sveniva, gli veniva sempre la nausea, e gli sava davvero fastidio...

Si decise poi a spiccicare parola...
-Ah.... capisco...- disse abbozzando ad un sorriso. Poi continuò a guardarlo con la coda nell'occhio..

Lestat si rattristì, sentiva tutti i pensieri e le emozioni del ragazzino. L'uomo posò le posate sul tavolo, posandoci i gomiti intrecciò le dita fra loro, mettendo le mani davanti alle labbra. Guardandolo...
-Cosa c'è piccolo Will?-
Gli chiese, come se non sapesse nulla di quello che l'altro provava. Non voleva ferirlo o fargli paura, in alcun modo..Lestat si alzò, togliendosi la giacca nera con i merletti ai polsi, mettendola sulle spalle del biondo.
-senti freddo..?-

Gli si era avvicinato, e poi riprese a pensare bene di lui, come era premuroso, misterioso ancora un po', ma bello e gentile, e chissà, magari non era un modo meschino per abbindolarlo, anzi, sembrava molto serio e preoccupato della sua reazione.
Tralaltro, baciarlo era decisamente meglio di qualunque altro ragazzo che avesse mai baciato, sentiva un sapore molto buono, che fosse mica sangue?
a quel pensiero riapparvero i brividi... ma con la giacca di classe di Lestat, non sentiva più freddo.. Lo guardo sorridendo come aveva fatto nella sua camera e poi si alzò anche lui, deciso a non finire il suo pranzo, aspettando che l'altro si risedette, per finire il proprio..
-Si, all'inizio mi era venuto un tantino freddo... ma non perché sono spaventato da te, non che lo debba essere, ma... ma.. io .... il sangue mi... mi da il nervoso... alle volte... se lo sento... se lo vedo... -