Era un pomeriggio soleggiato, la neve risplendeva in tutti i suoi colori formando riflessi che assomigliavano all’ arcobaleno, gli alberi erano anche loro innevati, e sulla cima della montagna tirava un vento freddo, che permetteva al sole di splendere in un cielo azzurrissimo, e terso.
L vento in cima era forte, e nessuno quel giorno osava spingersi fino così in alto, per paura di essere spazzati via, ma solo una persona, amante delle situazioni estreme e degli sport estremi era salito lì sopra, per affrontare quella montagna che tanto lo eccitava.
Il ragazzo aveva davanti a se uno dei più difficili fuoripista mai esistiti, con un pendio del 80 per cento, e la neve fresca dove il ragazzo poteva passare era circondata da rocce con spuntoni affilatissimi, e poi la discesa per quel fuori pista non si collegava con nessuna pista, infatti le uniche due piste che incrociava erano separate dal fuoripista con degli enormi pendii, che creavano così dei meravigliosi salti. Questo fuoripista arriva direttamente alle pendici del monte dove arrivavano delle piste segnate dagli alberi, le uniche praticabili.
Li si era raggruppata una folla numerosa, che guardava il ragazzo coraggioso in cima alla montagna che aveva intenzione di scendere, domandandosi se ce l’ avrebbe fatta ad arrivare in fondo.
In cima il ragazzo spiccava sulla neve dovuto forse alla sua tenuta tutta nera, formata da un paio di pantaloni neri in pelle, con un giubbotto nero sempre i pelle cosparso sulle spalle da delle piccole borchie, mentre ai piedi aveva i suoi soliti stivali neri, agganciati a una tavola da fuoripista creata appositamente da lui.
I capelli biondissimi del ragazzo erano scompigliati dal vento lasciando mostrare i suoi occhi azzurri come il cielo.
Nel vedere la folla in fondo alla montagna sorrise,
to guarda ho pure degli spettatori.Michelangelo saltò in aria postando la punta della tavola destra davanti, e iniziò a scendere lasciando la scia sulla neve, mentre passava abilmente tra gli spuntoni,quasi come non ci fossero.
Il ragazzo scendeva, saltando molto spesso sulle pareti della montagna utilizzando la neve per evitare di grattare la tavola, per poi passare di nuovo sulla pista, i ragazzo giunse al primo dei due salti, che affrontò a velocità elevata.
Il ragazzo si staccò da terra, e cominciò a girare su se stesso disegnando in aria dei cerchi perfetti, per poi riatterrare diritto con la tavola per proseguire al discesa, ricominciando così lo slalom tra gli spuntoni.
Arrivato al secondo salto, stavolta a velocità superiore,saltò portando la tavola sopra la testa, e afferrandola con una mano, mentre si trovava a testa in giù arrotandosi su se stesso, per poi rilasciarla e atterrare in piedi sulla neve per proseguire il breve tratto che mancava alla valle.
Michelangelo ci giunse, e appena toccò il piano frenò bruscamente.
Uff che bella discesa.