Stanza di Charlotte & Christopher

Grande, spaziosa e con enormi finestre: i tre aggettivi che richiamavano l'attenzione di Charlie per le stanze(data la forte claustrofobia).
Camminando, controllava che le stanze fossero occupate o meno da qualcuno, usando l'olfatto leggermente svillupato. Fin'ora quelle cui lei ed il ragazzo erano passati erano tutte occupate.
Ogni tanto andava a sentire se Christopher, che era incredibilmente silenzioso quando camminava, le fosse ncora dietro.
-Spero non ti stia stancando troppo, signorino perfettino.-

- Nessuna fatica, nnon temere... Vai avanti tranquilla.
Chriss la seguiva tranquillamente a pochi passi di distanza, senza preoccuparsi minimamente delle altre stanze, delle finestre o cose varie...
Camminava con le mani in tasca, la valigia di Charlotte che gli volteggiava accanto, e Charlotte legata a lui da un filo invisibile che le impediva di allontanarsi troppo...

Alla fine, il silenzio che seguiva i due da un corridoio all'altro la stava veramente infastidendo, odiava le persone troppo zitte, si dice che nacondano il loro vero carattere.
-Tu da dove vieni?-

- Da qualche parte...
Sono un esperimento piccina, non sono un essere umano qualunque... Mio padre sono milioni di donatori in tutto il mondo, mia madre è una macchina creata apposta per procreare, i miei parenti sono degli scenziati, i miei fratelli sono morti... Di certo queste cose non te le dico...
- E' un posto molto lontano, e sconosciuto... è impossibile che tu lo conosca. Tu da dove vieni invece, piccina?

-Non chiamarmi piccina.-
Sussurra a mezza-voce un po' spazientita.
-L'ultimo posto che ho visitato prima di trovare il passaggio per di qui era un paesino nello Utah, negli Stati Uniti.-
Un velo di amarezza poco ostentato copre quasi la frase, ma è silenzioso ed invisibile, per questo il tono continua ad essere freddo e distaccato.
-Quanti anni hai?-

- Nh... 19... Basta andiamo!
Non ne poteva più di camminare per i corridoi, quindi entrò nella prima stanza che vide aperta, buttò fuori senza molti complimenti gli occupanti e si chiuse la porta alle spalle, ovviamente dopo aver comandato mentalmente al corpo di Charlotte di seguirlo.
- Questa stanza andrà benissimo, se piaceva a quegli altri piacerà anche a te.
Disse senza ammettere repliche. Con il pensiero, fece girare la chiave della porta, chiudendoli dentro. Sorrise.

-Accidenti a te, ce le ho le gambe!!!-
Grida, e si avvicina per cercare di dargli un pugno e strappargli la guancia, sfortunatamente senza riuscirci per i poteri mentali del moro.
-Io la mia camera l'ho trovata, perchè sei ancora qui??-

Fece un sorriso a metà tra il divertito e il malvagio
- Perchè anche io ho trovato la mia stanza...
Aveva infatti deciso, già nel momento in cui aveva visto la ragazza, che sarebbero stati in camera assieme, ci sarebbe stato da divertirsi...
Bloccò la ragazza mentre stava per dargli un pugno, e invece la fece muovere ed avvicinarsi a lui, fino ad appoggiarle un casto bacio sulle labbra, sorridendo sempre più maligno.

Charlotte

Al che, già completamente persa, Charlie non ci vide più dalla rabbia, ed inizia a dimenarsi, prima, ed a mordere dopo, cercando, con i suoi denti forti e robusti da licantropa, di staccargli quelle labbra per fargli male.

Ridendo smette di baciarla, la guarda e la mette a distanza di sicurezza dalle sue labbra
- Non mi piace il sapore del sangue... Quindi non mordermi o rischierei di impazzire...
Sorride
- Seconda cosa: questa è la nostra stanza, e come avrai notato c'è un solo letto... Io non ho mai trascorso la notte con qualcuno dormendo... quindi o dormi per terra o... beh hai capito...
Il sorriso si allarga ancora di più, mentre invece i suoi occhi sono seri mentre la fissano

-Non vedo l'ora che arrivi la FullMoon...-
Ringhia, quasi con le lacrime agli occhi.
"Non mi piace essere toccata... Nessuno mi devo toccare!"
-E poi di che ti lamenti... Il sangue è molto buono... Alla fine non ti succede nulla se ne perdi un po'... Muori e basta.-
Sembra una vampira dopo questo pensiero, ma alla fine non è che una cucciola spaventata. Se avesse avuto la coda, adesso starebbe in mezzo alle gambe, tremante.

- Esatto... normalmente si muore perdendo sangue... e io non voglio morire... non ho mai perso sangue in tutta la mia vita, non lo farò oggi con una ragazzina...
La buttò senza troppa dolcezza sul letto, bloccandola con il suo corpo, cioè mettendosi a cavalcioni sopra di lei e prendendole entrambi i polsi con una mano, portandoli sopra la sua testa.
- Cosa hai detto a proposito della luna piena?

Con le unghie cercava di arrivare agraffiarlo, senza troppo successo, e col resto del corpo si dimenava con fatica, il peso del ragazzo era eccessivo.
Non vedeva l'ora di potersi vendicare, in qualunque modo avesse potuto. E potuto ucciderlo.
Perchè si sa, è una ragazza violenta e con un bisono estremo di dolcezze, amore e sangue e morte.
-Ti uccido appena ne ho l'occasione!!-

- Non ce la farai... il mio corpo è diverso dal vostro, poi posso fare cose che tu non puoi fare... e poi tu sei solo una ragazzina!
Tranquillamente, sorridendo, senza nessuna fatica, la lascia, tenendole le mani e il corpo bloccati con il pensiero, sedendosi sul letto accanto a lei
- che giocttolino che mi sono trovato... è perfetto, e così arrendevole...

-Non sono un giocattolino!!-
Urla con la voce stridula.
-E nemmeno una ragazzina! Non credere di essere diverso da me!!!-
Si sbatacchia da sola a destra e sinistra. Nemmeno riusce a capire perchè il suo corpo non si muove come vorrebbe, ma comunque con i denti cerca di morderlo dove gli è possibile.