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Ciò che Manzoni non ha scritto...

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Axia89
view post Posted on 28/5/2009, 11:18




( E' una mia personale interpretazione dell'ultima strofa della poesia "il 5 maggio" x°
Non la sto nemmeno a spiegare, tanto è blasfema ^^ )


Ciò che Manzoni non ha scritto:



Dio scese sulla Terra nel 1790, per vedere come stava la gente che aveva preferito un brigante al suo bel bambino… Vide fuoco, luci, cenere, fiamme; sentì spari, grida, pianti… Era in Francia. “Ovviamente, pensò, dovevo capitare durante la Rivoluzione francese, non potevo starmene lassù a vederla dal plasma!” Ad un certo punto notò una persona che se ne stava in disparte: “il caro buon generale Bonaparte…” pensò sorridente, “chissà perché non combatte anche lui… aaah, è impegnato!” Andò vicino a lui, forte della sua imponderabilità, e lo osservò mentre si divertiva con un ragazzino, al riparo da sguardi indiscreti. Ovviamente Colui-che-non-deve-essere-nominato-invano non si scompose minimamente: quante volte aveva osservato dall’alto (ma non sempre dall’alto) le perversioni degli uomini! Beh a dire il vero qualche volta le aveva provate anche lui, ma gli angeli non lo soddisfacevano troppo (anche per quella strana peculiarità, cioè che non hanno sesso)… e sinceramente quello era anche uno dei motivi per cui era sceso sulla Terra… Si infilò in un vicolo nascosto e prese le sembianze del giovane più bello che si fosse e si sarebbe mai visto laggiù, ovviamente col solo scopo di farsi trovare totalmente irresistibile da Napoleone. Uscì dal vicolo, deciso a fare in modo che fosse il generale a fare la prima mossa.
A Napoleone non fregava assolutamente niente della Rivoluzione, al momento era alquanto indaffarato in cose più… piacevoli… certo che il suo lato pedofilo aveva buon gusto! Dopo aver ottenuto il massimo piacere da quel ragazzino si abbandonò sullo schienale della sua poltrona, guardandosi intorno per vedere fino a che punto fosse giunta la Rivoluzione, e vide il ragazzo più bello del mondo sbucare da un vicolo nascosto, girando la testa di qua e di là come se cercasse la via giusta… < Ragazzo! Vieni un attimo qui! > era un ordine, e come tale Dio sotto forma di ragazzino non potè fare altro che obbedire. Si avvicinò all’Imperatore, che gli disse < Non dovresti stare per strada a quest’ora, soprattutto in questo periodo… chi sei? > < Io sono… Andrè… vivo in un orfanotrofio qui vicino, e non ho paura di uscire, perché nessuno è interessato ad un orfanello > “nessuno a parte un certo Imperatore…” pensò Dio mascherando da perfetto attore il sorriso che gli saliva alle labbra… Napoleone finse di restare un attimo a pensare, poi con uno schiocco delle dita chiamò due delle sue guardie, dicendo < Portateci a palazzo. Non ho più voglia di stare qui, e questo ragazzo verrà con me > Le guardie obbedirono e condussero padrone ed ospite alla carrozza reale, badando che i riottosi non creassero scompiglio. Durante il viaggio Napoleone ed Andrè erano soli all’interno della carrozza, Andrè fece un timido sorriso che voleva essere di riconoscenza, affettando magistralmente timidezza e gratitudine. Non alzava mai gli occhi, non incontrava mai quelli di Napoleone, quasi non volesse mancargli di rispetto, fino a quando l’Iperatore non si sedette vicino a lui, prendendogli il mento tra le dita ed alzandogli il giovane viso < Per vedere quanto sei bello > spiegò; Andrè arrossì cercando di sottrarsi alla presa, sorridendo però, grato del complimento. Napoleone allora gli accarezzò la guancia, dicendo < Ti andrebbe di passare la notte a palazzo? Ti vestirò della migliore stoffa del mondo, dormirai nella stanza più bella, mangerai al mio stesso tavolo… ti piacerebbe? > < Signore… non oso sperare in un tale onore… > Dio era sempre più stupito di quanto sapesse recitare, intanto però i gesti gli venivano sempre più naturale, stava entrando perfettamente nella parte.
Dalla guancia Napoleone passò a percorrere con un dito le labbra di Andrè, sussurrando < Dimmi di sì... > quante sfumature aveva quel semplice monosillabo! < Sì… > disse Andrè ( perfettamente consapevole ), allora Napoleone si chinò a baciarlo sulla bocca, schiudendogli dolcemente le labbra con la sua lingua, provando un insano piacere a violare, forse per la prima volta, la bocca di quel bellissimo ragazzino. La lingua di Napoleone quella di Andrè in un walzer sempre più acceso, quando la carrozza si fermò, annunciando l’arrivo.

Il palazzo di Napoleone era un inno alla ricchezza, fin dal portone erano rappresentati bassorilievi con scene di danze, feste e musica. Il lungo viale era limitato da decine di statue raffiguranti dei pagani dell’ebbrezza, dell’amore e dell’eros, per cui Andrè soffocò una risata: la sua permanenza nel palazzo si preannunciava molto divertente.
La stanza in cui avrebbe dormito quella notte – ovviamente la stanza dell’imperatore – era grande quasi quanto una sala da ballo: sopra la testata del letto troneggiava un enorme ritratto di Napoleone in tutta la sua fiera bellezza; dall’altro lato un divano rivestito di broccato color rosso sangue faceva bella mostra di sé, alla sua base stava un grande tappeto persiano, anch’esso di base rossa; la porta finestra che conduceva ad una terrazza con le ringhiere in splendido marmo bianco era semi-nascosta alla vista da una magnifica tenda, ovviamente rossa, di seta, raccolta in modo che non toccasse il pavimento da un’enorme spilla d’oro e diamanti, raffigurante un’aquila in volo mentre si preparava ad artigliare un minuscolo coniglio: il segno della potenza dell’imperatore sui nemici.
Una bellissima e giovane serva condusse Andrè attraverso la stanza, facendolo entrare in una porta che conduceva ad un enorme stanza da bagno, al cui centro esatto era scavata una vasca della grandezza di una piscina, a cui si accedeva salendo la gradinata che la circondava. Lì aspettavano Andrè altre giovani serve, belle come il sole, che lo spogliarono, lo immersero nella vasca piena di acqua calda e di schiuma rosa, lo lavarono, lo asciugarono e lo vestirono: gli fecero indossare uno splendido gilet rosa di broccato di seta, con ricami in oro e in argento, assieme a dei pantaloni semplicissimi, neri e lunghi. Aveva le calzature tipiche dell’epoca, stivaletti neri a punta con un po’ di tacco quadrato. Quando uscì dalla stanza da bagno la servetta lo condusse nella sala da pranzo privata dell’imperatore, che lo aspettava ad un’estremità del lunghissimo tavolo di mogano; appena lo vide Napoleone sgranò gli occhi, emettendo un lungo fischio di apprezzamento < Andrè… stai veramente benissimo! Non sembri neanche tu… Vieni, siediti qui vicino a me > disse indicando la sedia alla sua destra ad un Andrè color peperone… Andrè si avvicinò al posto, al che la servetta andò da lui tirando indietro la sedia, poi sparì in cucina. L’imperatore invitò Andrè a servirsi di tutto quello che volesse, quindi cominciarono a mangiare. Qualche minuto dopo versò per sé e per Andrè del vino, e bevvero tutti e due contemporaneamente fino a svuotare il bicchiere, al che Napoleone chiese < Allora Andrè, come ti senti nei nuovi vestiti? > Andrè sorrise timidamente, poi disse < Molto bene signore, grazie mille per l’ospitalità! > < Di nulla ragazzo, di nulla… > I due ricominciarono a mangiare, e finirono la prima portata. Intanto che gli innumerevoli servitori portavano via le stoviglie Andrè sentì qualcosa strusciare contro la sua gamba… sospettando cosa fosse arrossì violentemente, senza muovere un muscolo e guardando fisso verso il suo piatto vuoto… Napoleone all’espressione del ragazzo scoppiò a ridere, bloccò i servi che arrivavano con i secondi dicendo < Non abbiamo più fame, ora andiamo nelle nostre stanze > Si alzò, subito imitato da Andrè, gli cinse la vita con un braccio e lo accompagnò nella sua camera.
< Beh, ti piace qui? Sei soddisfatto? > Andrè non alzò gli occhi, ancora rosso in volto, oltretutto perhè la mano dell’imperatore si era abbassata fino al suo sedere… < Sì… è una stanza meravigliosa… > Una volta chiusa la porta a chiave Napoleone gli si parò di fronte, obbligandolo di nuovo ad alzare gli occhi verso di lui, e lo baciò con passione, permettendo alle loro lingue di incontrarsi, di conoscersi, di giocare ad inseguirsi all’interno delle loro bocche; poi Napoleone lo portò sul letto, lo fece dolcemente distendere tra quelle lenzuola del colore della passione, cominciò a sganciargli ad uno ad uno i bottoni del gilet, baciandolo sulle guance sulla bocca sul collo, scendendo sempre più giù man mano che sbottonava il gilet, poi glielo tolse ed in un secondo volarono via anche scarpe e pantaloni; completamente nudo, Andrè rivelò attributi a cui Napoleone non riuscì a trattenere le lodi, togliendosi poi a sua volta i vestiti, mostrando la sua completa erezione che spaventò un po’ Andrè < Non ti preoccupare, non ti farò alcun male… > Detto questo lo fece voltare, mettendo un paio di cuscini sotto il suo ventre in modo da poter entrare più facilmente, quindi preparò l’entrata lubrificando il buchino di Andrè con molta saliva,infine vi appoggiò delicatamente la sua erezione, cominciando a spingere delicatamente ma con decisione, compiendo movimenti circolari per entrare con più facilità… < Nh… > Andrè si lamentò per il dolore, mordendo forte la coperta per non urlare, poi Napoleone entrò, facendogli emettere un urlo acuto, fortunatamente attutito dalle coperte; Napoleone cominciò a muoversi avanti e indietro, prendendo tra le mani il bacino di Andrè e mostrandogli come assecondare il movimento, in modo da sentire meno dolore… quando il bacino di Andrè cominciò a muoversi all’unisono con il suo l’imperatore prese in mano l’erezione di Andrè, che ora era molto evidente, cominciando a muovere la mano su e giù per dare piacere anche al ragazzo, che gemette al suo tocco < nh…nnnhhh… Signore… io… > dopo qualche minuto, tra mugolii e sospiri sempre più forti, raggiunsero l’orgasmo nel medesimo istante, abbassandosi stremati l’uno di fianco all’altro sul letto, Napoleone ancora dentro di lui… dopo pochi minuti Napoleone uscì dal suo corpo, rivelando ancora una cerca erezione, al che Andrè prese l’iniziativa: si sistemò tra le gambe dell’imperatore, prese il suo sesso tra le mani, muovendole verticalmente fino a completare l’erezione ( operazione che richiese pochissimo tempo ), quindi prese in bocca quell’asta calda, leccando dolcemente per tutta la lunghezza, gustandone il sapore, provando emozioni mai provate prima… infine lo portò completamente dentro la sua bocca, cominciando a muoversi avanti e indietro, muovendo in circolo la lingua per portare il massimo piacere al padrone, finchè non sentì il respiro dell’imperatore farsi più pesante, e quindi un liquido dal sapore dolciastro uscì dall’asta… Andrè ingoiò fino all’ultima goccia il prezioso, dolce liquido, quindi sollevò la testa, tornando a distendersi accanto all’imperatore, il quale lo coprì, mettendosi al suo fianco ed osservandolo con dolcezza; portò poi una mano ad accarezzare i suoi capelli biondi e lunghi, a toccare quelle spalle forti e fragili allo stesso tempo, scendendo fino alla vita, da cui tirò a sé il ragazzino abbracciandolo forte e portando ancora una volta le labbra contro le sue, e poi di nuovo, fino a che il sonno non li colse, in quella posizione.
 
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¤Devil†Lady¤
view post Posted on 28/5/2009, 19:03




ECCOLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
LoL il nostro napoleone siiiiiiiiiiiiii *OO*
hai fatto bene a postarla, te l'avevo detto in msn e te lo ridico ora; mi piace!
 
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Axia89
view post Posted on 16/7/2009, 16:19




piace solo a te però x°°°°°°°°°°°°
ma devo dirlo, anche io la adoro x° è il mio piccolo capolavoro...
 
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view post Posted on 26/8/2009, 14:13
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Tixend, per chi si ricorda ancora

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Dei fare un capitolo su "Le peripezie di Lucia e i maneggi di Don Rodrigo"

L'ho letto e mi è venuto un trauma.
Siete vermanete oppresse sessualmente.
 
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3 replies since 28/5/2009, 11:18   112 views
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