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Mirror's Edge: Runner's Duty

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angelic shadow
view post Posted on 7/7/2009, 11:15




questa è la mia primissima fan fiction!>////< è divisa in capitoli e non è ancora conclusa!
l'ho basata su un videogame che adoro ma in essa ci sono solo pg inventati da me! (il protagonista sono io tanto per fare un esempio!xD)
spero vi piaccia!^w^

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MIRROR'S EDGE:
RUNNER'S DUTY


1. Angelic Shadow


Il gelido vento invernale tra i capelli, il respiro affannoso, il rumore dei primi veicoli nel traffico in lontanza e, più vicino, il veloce susseguirsi del rumore dei miei passi unito alle voci dei miei inseguitori che gridano: -fermatelo!- e agli spari delle loro armi. Erano ormai più di venti minuti che cercavo di seminarli tenendomi concentrato sul "flusso", la capacità di noi Runners di individuare all'istante elementi dell'ambiente che possiamo sfruttare a nostro vantaggio per le fughe, ebbene si, sono un Runner, un "corriere" se così posso definirmi. Le mie gambe corrono veloci verso il vuoto di all'incirca cinque metri di lunghezza per 25 piani circa di altezza che mi separano da un tetto poco più basso di quello su cui mi trovo, mi avvicino, concentro tutta la mia forza nelle gambe, mi blocco sul bordo esatto del precipizio piegando gli arti inferiori e prendendo un bel respiro, poi, una frazione di secondo dopo, lo slancio e mi ritrovo a mezz'aria, sembra quasi di volare. In quegli istanti, il mondo tace, è come se per qualche frazione di secondo tutto si fermasse lasciandoti solo un violento brivido che ti corre lungo la schiena quando pensi che ogni tuo salto potrebbe anche essere l'ultimo. In un attimo i miei piedi toccano il suolo e, dopo una rapida capriola mi ritrovo in piedi di nuovo e istintivamente continuo a correre a perdifiato, il mondo era come ripartito ma non era ancora finita, mi avvicinai al bordo opposto a quello dov'ero atterrato e spiccai un altro balzo, stavolta verso una gru posizionata sopra un cantiere edile lì davanti. Mi ci aggrappai al volo e mi lasciai andare su un gruppo di casse coperte da un telo, l'impatto fece fare alla mia schiena un 'crack' piuttosto sonoro ma non mi fece male, infatti mi nascosi immediatamente dietro le casse ed ascoltai. Gli spari erano cessati, e così anche le voci urlanti dei poliziotti che mi inseguivano pensai, dopotutto però sembravano aver desistito e io il mio lavoro l'avevo svolto, quindi non mi rimaneva altro da fare se non tornare alla base. Una voce che gridò nel mio orecchio destro mi fece trasalire, -Angel!!! rispondi maledetto!!!-, veniva dall'auricolare del comunicatore e si trattava di Anastasia Romanenko detta da tutti "Hana", lei mi teneva perennemente in contatto con la base, una specie di segretaria insomma e in effetti l'aria della "sexy segretaria" l'aveva tutta, peccato per quel carattere scorbutico e per il suo umore perennemente nero come la pece che impediva a chiunque di parlarle in modo tranquillo e civile. -Piantala Hana...l'orecchio mi serve ancora!- risposi in tono seccato, odio la gente che urla, lei stette zitta per un istante, chiaro segno che stava prendendo aria per gridare come al solito, la quiete prima della tempesta come si suol dire, mi affrettai a staccare l'auricolare dall'orecchio e lo allontanai allungando il braccio più che potevo. A quel punto, la voce di Hana tornò a farsi sentire più acuta e perforante che mai, -brutto idiota!!!!! che diavolo ti è venuto in mente di tagliare le comunicazioni durante la fuga?? almeno hai passato la valigetta a Venom???-, riuscivo a sentirla chiaramente nonostante il volume del comunicatore fosse al minimo e l'auricolare a circa un metro dal mio orecchio. Rimisi lentamente l'auricolare all'orecchio, -andando per ordine...- cominciai in tono svogliato -scusami tanto se ho voluto evitare che intercettassero la chiamata e ti trovassero...e in secondo luogo..- assunsi un tono più serio, non valeva la pena di discutere con Hana, è talmente testarda che non avrebbe ammesso di essere in torto nemmeno davanti all'evidenza -la valigetta ormai sarà a destinazione se conosco bene Venom!-. Dall'auricolare udii Hana sospirare, -stupido...torna alla base! attento a non farti beccare...-, nell'ultima frase sembrava quasi preoccupata, cosa insolita visto che fino a poco prima non aveva fatto altro che insultarmi, tuttavia uscii dal mio nascondiglio e mi avviai verso la base chiudendo la comunicazione -agli ordini! a dopo!-. Presi la rincorsa e saltai aggrappandomi ad un balcone lì vicino per poi scavalcarlo e salire le scale anti incendio di un piano fino al tetto, da lì mi fermai sul bordo del precipizio a osservare la città. Quando iniziò tutto io ero troppo piccolo per ricordare, dai racconti dei miei "colleghi" si dice che un tempo la città era colma di vita, sporca e pericolosa certo, ma viva, ora qualunque tipo di informazione viene manipolata negando il libero pensiero delle persone. C'è chi ha accettato il cambiamento e chi non ha voluto vederlo, gli altri sono stati tutti emarginati o criminalizzati, loro sono i nostri clienti, noi portiamo informazioni preziose dalle fonti ai nostri clienti, siamo come dei fattorini ma non stiamo ne da una parte ne dall'altra, stiamo nel centro, tra la facciata scintillante e la verità, sul bordo dello specchio. Dopo l'ennesima occhiata alla città mi rimisi a correre verso la base, il mio vero nome è Matt, sono stato allevato dai Runners, sono l'unica famiglia che ho, non ho mai conosciuto i miei veri genitori ma il Runner che mi raccolse, Sam Travis detto Thunder, mi disse che mi trovò abbandonato durante una delle sue missioni. Sam era la figura che più consideravo simile ad un padre, mi addestrò ad essere un Runner sin da quando mossi i primi passi e, all'età di sedici anni mi affidò la mia prima missione dove mi guadagnai il soprannome con cui tutti mi conoscono: Angelic Shadow. Non ho mai capito il perchè di questo soprannome, Sam non ha mai voluto spiegarmelo, tuttavia credo che abbia un significato particolare, almeno per lui. Tra un pensiero e l'altro arrivai alla base e, quando entrai salutai distrattamente un paio di persone che incrociai lungo la strada verso la mia stanza, ero abbastanza convinto che una di quelle due persone fosse Hana ma non ci pensai troppo su, ero stanco e avevo l'assoluto bisogno di una doccia. Appena in camera mi tolsi il giubbotto di panno e lo gettai sul mio letto e il resto dei vestiti sulla sedia davanti alla mia scrivania ed entrai in bagno mettendomi sotto la doccia e assaporai la piacevole sensazione dell'acqua tiepida sulla pelle e riavviai i miei capelli già zuppi all'indietro tirando un sospiro di sollievo, -finalmente....anche questa è fatta...- mormorai, ogni tanto mi capitava di dire ad alta voce ciò che pensavo, era un riflesso condizionato che avevo fin da piccolo. Quando finii di lavarmi tornai nella stanza a fianco con un asciugamano legato alla vita, spostai il cappotto mettendolo insieme agli altri vestiti e mi sdraiai sul letto a faccia in giù, mi rilassai completamente e il dolore alle gambe per lo sforzo si fece meno intenso, mi girai con tutto il corpo e guardai il soffitto per qualche secondo, dopo di che chiusi gli occhi e mi abbandonai al sonno senza nemmeno accorgermene, dovevo essere più stanco di quel che credevo.

SPOILER (click to view)
posterò poi il secondo capitolo!^^
 
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*Bot*
view post Posted on 7/7/2009, 12:38




bella angelic ma immagino che questa non sia il primo capitolo del tuo libro vero? xD no perchè la storia me la ricordavo un pò diversa
 
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meggy-moon
view post Posted on 7/7/2009, 13:03




Kawaiii *vuole il sencondo chapter*
 
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angelic shadow
view post Posted on 7/7/2009, 21:59




già Devva!^^ non è il mio libro ma la fan fiction di un videogame!^-^
cmq ecco il secondo capitolo!^W^

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MIRROR'S EDGE:
RUNNER'S DUTY

2. Home sweet home

Quando mi svegliai mi sentii come se mi fosse passato sopra una schiacciasassi, avevo dolori quasi ovunque, mi misi a sedere con molta fatica emettendo dei lamenti per lo sforzo psicologico e fisico.
Appena fui seduto mi portai la mano destra tra il collo e la spalla sinistra e inclinai il capo verso destra per disanchilosare il collo, il quale non tardò ad emettere una sonora raffica di "crack", dopo di che eseguii la stessa operazione dal lato opposto disanchilosando completamente il collo.
Appena misi i piedi giù dal letto mi accorsi che avevo la pelle d'oca e che faceva un freddo polare, <<ma cosa....?>> pensai subito, istintivamente mi guardai e realizzai che ero ancora nudo.
Corsi a prendere i miei vestiti tremando come una foglia, -oh cavolo devo essermi addormentato dopo la doccia!!!!- esclamai infilandomi i pantaloni mentre sentii un rumore di colpi frequenti provenire dalla porta.
Mi voltai e capii che qualcuno stava bussando, -avanti!- esclamai ancora intontito mentre mi infilavo la maglietta lasciando il cappotto sulla sedia della scrivania.
La porta si aprì e una voce fin troppo familiare per non riconoscerla disse: -posso entrare?-, era Hana, la domanda ovviamente era retorica poichè lei aveva già invaso camera mia, non ho mai capito perchè si ostinasse a ostentare quella finta educazione da "brava bambina".
La prima cosa che notai quando Hana entrò nella stanza fu lascia di profumo che investì il mio olfatto, aveva il vizio di mettersene un quintale ma io sembravo essere l'unico ad accorgersene, subito dopo notai il suo abbigliamento: indossava un completo con giacca e gonna bianche che la facevano sembrare una donna d'affari, portava anche una cravatta che risaltava il suo poco seno, in effetti quell'abito le donava ma non si addiceva al suo carattere.
Portava i suoi lunghi capelli neri legati in una treccia e mi guardava attraverso le sottili lenti dei suoi occhiali con i suoi grandi occhi color nocciola, il suo sguardo era altezzoso come al solito, mi dava sui nervi.
-Buongiorno bell'addormentato...- disse lei squadrandomi come se volesse mettermi sotto torchio, -buongiorno a te...- risposi svogliato, <<...strega maligna!>> aggiunsi poi con il pensiero.
Ci fu un silenzio di tomba che durò solo per pochi secondi, dopo di che Hana parlò rompendo la quiete, -Venom ha portato la valigetta a destinazione in orario! è tornato stamattina alle sette in punto!- io sbuffai, non mi interessava granchè cosa facesse quello strano tipo di Venom, -buon per lui...hai altri lavori per me o sei qui solo per questo?- dissi poi in tono serio, lei sospirò, -non ti fa piacere sapere che la tua missione ha avuto successo?- mi domandò in tono quasi gentile.
A quel punto scoppiai a ridere, -e dove sarebbe la novità scusa?- dissi poi in tono ironico mentre mi riavviavo verso il letto per poi sdraiarmici sopra congiungendo le mani dietro la nuca.
Lei mi fulminò con lo sguardo e mi rimproverò in tono alterato e autoritario -adesso non montarti la testa Matt! è vero che non hai mai fallito una missione, ma ultimamente stai diventando troppo spericolato!!!-, si fermò lì, sapevo che aveva altro da aggiungere, ma per qualche motivo non parlò.
Tornai serio e spostai lo sguardo sul soffitto, ero ancora troppo intontito per risponderle a tono e non avevo voglia di litigare, di conseguenza sospirai e tagliai corto -Hana...sono ancora pieno di dolori...hai un lavoro per me o no?..- il mio tono era svogliato ma non me ne accorsi subito, per quanto mi sforzassi non riuscivo ad essere aggressivo.
Hana andò velocemente alla porta e si fermò poco prima di aprirla per girarsi parzialmente con lo sguardo verso di me e dirmi -tra un'ora...nell'ufficio di Sam...-, dopo di che uscì e richiuse la porta, sentii chiaramente le sue imprecazioni di rabbia nonostante cercava di trattenersi.
Rimasi fermo sul letto senza pensare ne far nient'altro per almeno una decina di minuti, poi mi alzai e presi il giubbotto infilandomelo ma lasciandolo aperto e uscii dalla stanza dirigendomi alla zona mensa della base.
Arrivato presi un tè caldo e una brioche che mangiai al volo e poi mi diressi verso l'ufficio di Sam salutando tutti i miei amici della base che incrociavo lungo il cammino.
Quando mi trovai davanti all'ufficio aprì la porta ed entrai, ero di casa lì dentro ma, appena entrai mi accorsi di qualcuno alla mia destra che alzava una pistola puntandomela alla tempia, tempestivamente mi abbassai e con il braccio sinistro afferrai il polso dell'individuo e facendo leva sulle mie spalle e lo ribaltai dalla parte opposta strappandogli di mano la pistola con la mano libera e la puntai alla sua fronte mentre ancora si trovava a terra.
Subito mi accorsi di chi si trattava e, stupito sgranai gli occhi -VENOM???-, lui sorrise in modo inquietante -sposta la ferraglia, potresti farmi male sai?- disse in tono beffardo riferendosi alla pistola.
In quel momento udii dei lenti battiti di mani provenienti da non molto lontano, mi voltai di scatto, Sam era lì e sorrideva come al solito, -bravo figliolo! davvero niente male!-, da quella frase capii che quella era un'altra delle sue stupide prove per testare la mia prontezza di riflessi.
A fianco a lui notai subito Hana che ci guardava in silenzio, abbassai lo sguardo e tolsi la pistola dalla fronte di Venom mettendo la sicura e restituendogliela mentre lo aiutavo a rialzarsi, -grazie Angelic!- disse poi sorridendomi, era incredibile come riuscisse a recitare bene la parte del bimbo innocente, e pensare che sapevano tutti che lui era capace di ucciderti solo perchè non gli piacevano i tuoi capelli o futili motivi simili.
Io e Venom eravamo coetanei, il suo vero nome era James, lui era un pò più alto di me e aveva i capelli neri corti sulla nuca ma con un lungo ciuffo a coprirgli l'occhio destro, i suoi occhi erano verde smeraldo ed erano sempre socchiusi, fisicamente eravamo più o meno sullo stesso livello ma psicologicamente eravamo l'opposto.
Sam mi distrasse dai miei pensieri ricominciando a parlare, -ragazzi ho un nuovo incarico per voi due!- la sua voce cavernosa e autoritaria mi metteva i brividi, lui fisicamente era molto più forte di me e Venom insieme, purtroppo dovette smettere di fare il Runner dopo una brutta caduta da un tetto, il flusso lo aveva abbandonato a detta sua per aiutare coloro che più ne avevano bisogno, Sam aveva i capelli biondi come me ma erano corti mentre i miei arrivavano sotto le spalle, le sue iridi erano così scure da sembrare nere invece mentre i miei occhi erano azzurri.
Mentre Sam ci spiegava il nostro nuovo incarico io pensavo ad altro, alla fine non mi sono mai interessato ai briefing completi delle missioni, mi bastava sapere dove andare e a che ora arrivare, il resto erano solo inutili chiacchiere noiose per me.
Appena Sam finì di spiegare io salutai e uscii dirigendomi verso camera mia, ci saremmo mossi solo alle nove in punto di quella sera e avevo bisogno di risposare, sembrava ci sarebbero nuovamente stati scontri con la polizia.
Tornato in camera mia chiusi la porta e mi tolsi nuovamente il giubbotto sdraiandomi sul letto lasciandomi andare ai miei pensieri: in quel momento mi sembrava che la mia stanza fosse più accogliente del solito e mi venne spontaneo lasciarmi sfuggire un -casa, dolce casa..chissà se tornerò domani?...-, quel pensiero ad alta voce mi fece rabbrividire, inoltre pensare al peggio non avrebbe comunque portato alcun giovamento, finchè potevo contare sul flusso non c'era nulla che non potessi fare, nulla in grado di spaventarmi, nulla ad impedirmi di tornare qui.
 
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3 replies since 7/7/2009, 11:15   107 views
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