| già Devva!^^ non è il mio libro ma la fan fiction di un videogame!^-^ cmq ecco il secondo capitolo!^W^
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MIRROR'S EDGE: RUNNER'S DUTY
2. Home sweet home
Quando mi svegliai mi sentii come se mi fosse passato sopra una schiacciasassi, avevo dolori quasi ovunque, mi misi a sedere con molta fatica emettendo dei lamenti per lo sforzo psicologico e fisico. Appena fui seduto mi portai la mano destra tra il collo e la spalla sinistra e inclinai il capo verso destra per disanchilosare il collo, il quale non tardò ad emettere una sonora raffica di "crack", dopo di che eseguii la stessa operazione dal lato opposto disanchilosando completamente il collo. Appena misi i piedi giù dal letto mi accorsi che avevo la pelle d'oca e che faceva un freddo polare, <<ma cosa....?>> pensai subito, istintivamente mi guardai e realizzai che ero ancora nudo. Corsi a prendere i miei vestiti tremando come una foglia, -oh cavolo devo essermi addormentato dopo la doccia!!!!- esclamai infilandomi i pantaloni mentre sentii un rumore di colpi frequenti provenire dalla porta. Mi voltai e capii che qualcuno stava bussando, -avanti!- esclamai ancora intontito mentre mi infilavo la maglietta lasciando il cappotto sulla sedia della scrivania. La porta si aprì e una voce fin troppo familiare per non riconoscerla disse: -posso entrare?-, era Hana, la domanda ovviamente era retorica poichè lei aveva già invaso camera mia, non ho mai capito perchè si ostinasse a ostentare quella finta educazione da "brava bambina". La prima cosa che notai quando Hana entrò nella stanza fu lascia di profumo che investì il mio olfatto, aveva il vizio di mettersene un quintale ma io sembravo essere l'unico ad accorgersene, subito dopo notai il suo abbigliamento: indossava un completo con giacca e gonna bianche che la facevano sembrare una donna d'affari, portava anche una cravatta che risaltava il suo poco seno, in effetti quell'abito le donava ma non si addiceva al suo carattere. Portava i suoi lunghi capelli neri legati in una treccia e mi guardava attraverso le sottili lenti dei suoi occhiali con i suoi grandi occhi color nocciola, il suo sguardo era altezzoso come al solito, mi dava sui nervi. -Buongiorno bell'addormentato...- disse lei squadrandomi come se volesse mettermi sotto torchio, -buongiorno a te...- risposi svogliato, <<...strega maligna!>> aggiunsi poi con il pensiero. Ci fu un silenzio di tomba che durò solo per pochi secondi, dopo di che Hana parlò rompendo la quiete, -Venom ha portato la valigetta a destinazione in orario! è tornato stamattina alle sette in punto!- io sbuffai, non mi interessava granchè cosa facesse quello strano tipo di Venom, -buon per lui...hai altri lavori per me o sei qui solo per questo?- dissi poi in tono serio, lei sospirò, -non ti fa piacere sapere che la tua missione ha avuto successo?- mi domandò in tono quasi gentile. A quel punto scoppiai a ridere, -e dove sarebbe la novità scusa?- dissi poi in tono ironico mentre mi riavviavo verso il letto per poi sdraiarmici sopra congiungendo le mani dietro la nuca. Lei mi fulminò con lo sguardo e mi rimproverò in tono alterato e autoritario -adesso non montarti la testa Matt! è vero che non hai mai fallito una missione, ma ultimamente stai diventando troppo spericolato!!!-, si fermò lì, sapevo che aveva altro da aggiungere, ma per qualche motivo non parlò. Tornai serio e spostai lo sguardo sul soffitto, ero ancora troppo intontito per risponderle a tono e non avevo voglia di litigare, di conseguenza sospirai e tagliai corto -Hana...sono ancora pieno di dolori...hai un lavoro per me o no?..- il mio tono era svogliato ma non me ne accorsi subito, per quanto mi sforzassi non riuscivo ad essere aggressivo. Hana andò velocemente alla porta e si fermò poco prima di aprirla per girarsi parzialmente con lo sguardo verso di me e dirmi -tra un'ora...nell'ufficio di Sam...-, dopo di che uscì e richiuse la porta, sentii chiaramente le sue imprecazioni di rabbia nonostante cercava di trattenersi. Rimasi fermo sul letto senza pensare ne far nient'altro per almeno una decina di minuti, poi mi alzai e presi il giubbotto infilandomelo ma lasciandolo aperto e uscii dalla stanza dirigendomi alla zona mensa della base. Arrivato presi un tè caldo e una brioche che mangiai al volo e poi mi diressi verso l'ufficio di Sam salutando tutti i miei amici della base che incrociavo lungo il cammino. Quando mi trovai davanti all'ufficio aprì la porta ed entrai, ero di casa lì dentro ma, appena entrai mi accorsi di qualcuno alla mia destra che alzava una pistola puntandomela alla tempia, tempestivamente mi abbassai e con il braccio sinistro afferrai il polso dell'individuo e facendo leva sulle mie spalle e lo ribaltai dalla parte opposta strappandogli di mano la pistola con la mano libera e la puntai alla sua fronte mentre ancora si trovava a terra. Subito mi accorsi di chi si trattava e, stupito sgranai gli occhi -VENOM???-, lui sorrise in modo inquietante -sposta la ferraglia, potresti farmi male sai?- disse in tono beffardo riferendosi alla pistola. In quel momento udii dei lenti battiti di mani provenienti da non molto lontano, mi voltai di scatto, Sam era lì e sorrideva come al solito, -bravo figliolo! davvero niente male!-, da quella frase capii che quella era un'altra delle sue stupide prove per testare la mia prontezza di riflessi. A fianco a lui notai subito Hana che ci guardava in silenzio, abbassai lo sguardo e tolsi la pistola dalla fronte di Venom mettendo la sicura e restituendogliela mentre lo aiutavo a rialzarsi, -grazie Angelic!- disse poi sorridendomi, era incredibile come riuscisse a recitare bene la parte del bimbo innocente, e pensare che sapevano tutti che lui era capace di ucciderti solo perchè non gli piacevano i tuoi capelli o futili motivi simili. Io e Venom eravamo coetanei, il suo vero nome era James, lui era un pò più alto di me e aveva i capelli neri corti sulla nuca ma con un lungo ciuffo a coprirgli l'occhio destro, i suoi occhi erano verde smeraldo ed erano sempre socchiusi, fisicamente eravamo più o meno sullo stesso livello ma psicologicamente eravamo l'opposto. Sam mi distrasse dai miei pensieri ricominciando a parlare, -ragazzi ho un nuovo incarico per voi due!- la sua voce cavernosa e autoritaria mi metteva i brividi, lui fisicamente era molto più forte di me e Venom insieme, purtroppo dovette smettere di fare il Runner dopo una brutta caduta da un tetto, il flusso lo aveva abbandonato a detta sua per aiutare coloro che più ne avevano bisogno, Sam aveva i capelli biondi come me ma erano corti mentre i miei arrivavano sotto le spalle, le sue iridi erano così scure da sembrare nere invece mentre i miei occhi erano azzurri. Mentre Sam ci spiegava il nostro nuovo incarico io pensavo ad altro, alla fine non mi sono mai interessato ai briefing completi delle missioni, mi bastava sapere dove andare e a che ora arrivare, il resto erano solo inutili chiacchiere noiose per me. Appena Sam finì di spiegare io salutai e uscii dirigendomi verso camera mia, ci saremmo mossi solo alle nove in punto di quella sera e avevo bisogno di risposare, sembrava ci sarebbero nuovamente stati scontri con la polizia. Tornato in camera mia chiusi la porta e mi tolsi nuovamente il giubbotto sdraiandomi sul letto lasciandomi andare ai miei pensieri: in quel momento mi sembrava che la mia stanza fosse più accogliente del solito e mi venne spontaneo lasciarmi sfuggire un -casa, dolce casa..chissà se tornerò domani?...-, quel pensiero ad alta voce mi fece rabbrividire, inoltre pensare al peggio non avrebbe comunque portato alcun giovamento, finchè potevo contare sul flusso non c'era nulla che non potessi fare, nulla in grado di spaventarmi, nulla ad impedirmi di tornare qui.
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