| < E così si inizia > Pensai dopo aver oltrepassato il primo cancello nero del giardino coperto di neve. Finalmente dopo 6 ore di noioso viaggio in aereo ero arrivato a destinazione. Da Mosca a qua non era cambiato quasi niente, visto che la violenza della neve era diminuita e un pallido sole si affacciava sporadicamente nel vuoto e bianco cielo. 11 dicembre, inizia oggi il mio incarico che dovrà durare sì e no 6 mesi, massimo un anno. Avanzai nel giardino innevato chiuso nel mio lungo cappotto gessato, con in testa il colbacco, gli occhiali da sole, con in mano una valigia e una ventiquattrore contenente sei amuleti, 3 bastoni, pistola e 6 caricatori degli speciali proiettili d'argento. Mi guardai intorno. Il giardino era piccolo e ovale, con le mura alte fino al busto e con qualche giovane pino lungo la circonferenza dell'ovale. Affondavo nella neve di pochi centimetri, doveva nevicare da oggi. Chiusi un attimo gli occhi e scrutai ancora il giardino attraverso il Crepuscolo. La vista era diventata di un deprimente color seppia e il tempo scorreva più lentamente, facendo roteare tranquillamente i fiocchi, come in una magia. Alla mia destra avvertì dei neri tentacoli di aura, girai la testa da quella parte e guardai il grande portone. Il portone emanava dei grandi fasci ora neri, ora bianchi. Stupefacente, non avevo mai visto una scena del genere, un oggetto che emanava aura maligna e poi benigna. Notai che il tempo dell'emanazione di aura nera era molto maggiore di quella dell'aura bianca. Già la porta di quella scuola emetteva squilibrio. Alzai lo sguardo e scrutai migliaia di auree verdi, rosa, arancione, nere, blu, rosse. Una miriade brulicante di presenze. All'istante smettei di scrutare la scuola attraverso il Crepuscolo, iniziando a camminare verso il portone. In quell'istante squillò il telefono con il singolo dei Piknik У Шамана Три Руки, controllai nella tasca destra del cappotto, presi in mano il freddo mattone nero che era il Nokia N.70, controllai il display - era il Capo - premei il tasto di risposta e portai il telefonino all'orecchio. < Boris Ignatevic > dissi piano con la voce rauca. < Anton... sei arrivato? > < Sì, Boris > < Bene, benissimo.> fece una pausa < Dove sei? > < Davanti al portone della scuola > < Non ti qualcosa si iconsueto? > < Sì, la porta emette aura > Boris fece una pausa di diversi secondi < Singolare, secondo la Storia solo un oggetto possedeva un aura > < Excalibur > Risposi < Ma emetteva solo luce arancione, il portone emette due auree diverse > Il Capo fece una pausa di riflessione. < Puoi... puoi iniziare a scrivere sul taccuino < C-certo > credevo che scrivere qualcosa di nuovo sul taccuino fosse inutile, ma a quanto pare... Così presi il taccuino nero dalla tasca sinistra del cappotto. attaccata alla cordicella segnalibro c'era una piccola penna. Mi sistemai il cellulare in modo che possa usare tutta e due le mani, aprì la prima pagina del taccuino, face uno schizzo nel portono con dei tentacoli e scribacchiai qualcosa "Questo portone presenta due auree..." < Anton, sai che potresti essere un pioniere? > Per errore scrivei "pionie" ma poi cancellai con un gesto violento. < Ma... davvero? Da che cosa lo intuisce, Boris Ignatevic? > < Se ci sono altre cose oltre al portone con due auree, potresti aiutarci nella lotta > < Hmmm... > Mi ero avvicinato a portone e stavo scandagliando il portone. Era costituita da materiale sidereo e sulla superficie presentava arabeschi che dovevano essere magici. < Anton? > disse il Capo Mmm... eh, sì? > < Mi ascolti? > < Sì sì sì, ehm, il materiale del portone è... uguale a quello della spada Excalibur > < Probabilmente sì, ora chiudo, ed entra, so che sta nevicando > Prima che potessi replicare un saluto, Boris chiuse la chiamata e posai il telefono in tasca. < Un pioniere... forse ha solo esagerato, o ha intuito male i fili del destino > Non avevo finito il pensiero che feci una leggera pressione con la mano sinistra e il portone si aprì con un sonoro rombo. < Oh bè > presi le cuffiette, misi lo spinotto nell'iPod Shuffle nero, cercai fino a Королевство кривых avanzai nell'androne.
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