Come devo comportarmi?

Carino.

Pauroso, nervoso, agitato, pietoso.
Perfetto.
Fu Horsa ad accorgersene per primo, indicandolo poi a Hengist con un colpetto di gomito.
Un'occhiata, un mezzo sorriso, e si avvicinarono.
Ti sei perso?
Una voce bassa, sensuale, limpida come l'acqua distillata. Hengist.
Hai un'aria così disorientata...
Horsa, una voce più accesa del fratello, rivelava una gioia quasi malsana per quello che era, un divertimento profondo per tutto quello che faceva.
Sorridono i fratelli.

Sentivano l'odore della sua paura da chilometri, non potevano sbagliarsi.
Possibile che una persona sola potesse emanarne così tanta?
Un altro sorriso, quasi di sdegno, ma lo nascosero bene.
Dettagli, mio caro. Ora tu vieni con noi, abbiamo voglia di farci un giretto con te.
Hengist lo prese sottobraccio, Horsa fece lo stesso alla sua sinistra.
Tranquillo Chrona, non mordiamo.
Parla per te fratellino...
Hengist non diede a vedere la sua risposta, mentre Horsa quasi scoppiò a ridere, riuscendo a malapena a trattenersi.

Siamo amici, stai tranquillo. Non agitarti, o il cuoricino ti esploderà nel petto!
Una breve risata, poi tornò serio.
Io sono Hengist comunque. E questo è il mio fratello minore Horsa.
Horsa fece un breve cenno col capo in segno di saluto.
Non avere paura di noi, non ce n'è ancora motivo.

Certo che no, piccolo. Devi fidarti di noi.
Ancora quel sorriso quasi invisibile, ancora un'occhiata seminascosta al fratello.
A quando l'attacco fratellino?
Horsa, senza farsi notare, diede un'occhiata in giro. Vuoto totale, ma non era quello che il rosso cercava.
Non ancora, meglio aspettare di essere in privato.
L'altro rosso fece un sorriso sghembo, stringendo la presa sul braccio di Chrona.
E' tempo di farlo innamorare.

Un sorriso sghembo, talmente simile a quello del fratellone, illuminò per un istante il viso di Horsa, che tornò subito serio.
Entriamo qui.
Hengist fu veloce a dirottare il trio verso una porta socchiusa, che conduceva in una dimenticata sala di musica secondaria.
Horsa si appropriò del piano, un vecchio modello, stupendo.
Non aveva alcun bisogno di essere accordato.
Attaccò subito con la sua melodia preferita.
Hengist preferì accomodarsi su una sedia, portando il piccolo Chrona a sedere in braccio a lui.
Non sei scomodo, vero?
Chiese, circondando dolcemente (o così poteva apparire) la vita di Chrona con un braccio.
[La porta della stanzetta, intanto, si era chiusa, e una chiave era apparsa nella toppa.]

Horsa continuava a suonare, apparentemente dimentico delle persone attorno a lui nella stanza. Stavolta attaccò una versione al piano di una canzone che amava.
Hengist nel frattempo sistemava meglio Chrona sulle sue ginocchia.
Non preoccuparti, sei una piuma cucciolo...
Dolcemente, avvicinò le labbra al collo del ragazzino, soffiandoci leggermente sopra.
Adesso stai buono e ascolta mio fratello, non è uno spettacolo di tutti i giorni sentirlo suonare... Devi considerarti fortunato.

Era il momento.
Come un fachiro indiano, Horsa aveva il dono di saper incantare con la sua musica, fino al punto da ridurre al minimo le resistenze di chiunque lo ascoltasse suonare, Hengist escluso ovviamente.
Così, cominciò a suonare più lentamente, lasciando che le note sfumassero verso una nuova melodia più... adatta... all'occasione...

Servant of Evil - piano version

Hengist, a quel punto, avvicinò le sue labbra a quelle del piccolo Chrona, risucchiandole lentamente in un bacio passionale ma veloce, mentre le sue mani andavano a catturare quelle del ragazzo, impedendone così il movimento.
Ora, piccolo, ti spiegheremo una cosa. Tu ascolterai e, dato che non avrai altra possibilità, accetterai le nostre condizioni. Quindi, tutti e tre insieme, ci avvieremo verso la nostra camera. E tu, dal momento in cui vi metterai piede, sarai completamente in nostro potere. Comprendes?
Sussurrò tutto questo a mezzo centimetro dal suo orecchio, tra un morso leggero sul lobo e un velato bacio sul collo, per completare l'armonia tra i suoni di quella stanza.