Artemisia si accomodò in sala comune per aspettare Light. Era da un po’ di tempo che non si vedevano, e non poteva di certo negare che gli mancava. Si sedette così su un divanetto in attesa del suo arrivo.
Intanto Andrew stava girovagando nella speranza di poter mettere al più presto in atto il suo piano. Quando entrò in sala comune e vide Artemisia seduta su un divanetto.
/Bingo/ pensò tra se e se facendo comparire un ghigno malvagio sul suo volto, prima di sostituirlo
con una faccia da “bravo ragazzo che cerca di mascherare il suo dolore”. Le si avvicinò lentamente.
An:-Ciao…posso sedermi?
Artemisia lo guardò con fare sospettoso.
Ar:-Fai come vuoi, siamo in un paese libero.
Andrew si sedette e appoggiò i gomiti sulle ginocchia.
An:-In realtà ti stavo cercando perché avevo bisogno di parlarti.
Ar:-Di parlare con me? Questa si che è buona
An:- No, davvero. Io volevo scusarmi per essere stato così sgarbato con te…è che quando mi piace qualcuno tendo a diventare scorbutico.
Ar:-Beh, non mi sembra il modo migliore per approciarsi con gli altri
An:-No, infatti. Però purtroppo è un difetto che ho sempre avuto. E l’altro giorno, quando mi sono soffermato sul tuo ciondolo…ecco…è perché so a chi apparteneva, in quanto so che è un pezzo unico
Artemisia sgranò gli occhi.
Ar:-Ma tu come fai a sapere…
An:-Fu mio padre a regalarla a tua madre.
Artemisia spalancò gli occhi.
Ar:-Quindi questo vuol dire che tu sei mio fra…
An:-No, non siamo fratelli. Io sono nato dal matrimonio americano di mio padre, quando tua madre era ancora umana. Infatti io sono diventato un demone in seguito. Tu invece sei nata quando lei era già un demone, quindi non abbiamo lo stesso padre. E poi io crescendo conobbi tua madre.Era una donna fantastica. Era impossibile non volerle bene.
Nel dire ciò era sincero e gli occhi gli divennero lucidi. Artemisia iniziava a fidarsi del ragazzo. In fondo lo aveva giudicato troppo in fretta.
Ar:-Devo scusarmi anch’io…in fondo non è che sia stata il massimo della simpatia.-Disse sorridendo timidamente.
An:-No, no, la tua era una reazione più che normale e capibile. Mi dispiace che il tempo ci è nemico. Mi piacerebbe molto poter parlare ancora con te-disse facendo un sorriso dolce
Ar: /sorridendo un po’ imbarazzata/ -Anche a me
An:-Beh...io ora devo andare, a presto.-Disse sventolando la mano mentre si allontanava e usciva dallla sala comune.
Al momento è vestito così
Edited by Madame Butterfly - 13/2/2008, 20:03